29 settembre 2005
dopo
28 settembre 2005
27 settembre 2005
la bellezza salverà il mondo
che è splendido e DOVETE COMPRARLO. non perché l'ho tradotto io (tanto i traduttori non beneficiano dei diritti d'autore, quindi a me non entra in tasca nulla). e anzi, vi dirò di più, se conoscete bene l'inglese compratelo in lingua originale, che è meglio. è un libro semplicemente splendido, andrei a venderlo porta a porta, andrei anche a prostituirmi a porta a porta da bruno vespa. solo che lui non credo parli mai di libri, se non i suoi che puntualmente escono con l'infornata delle strenne natalizie.
ma torniamo alla bellezza: magic kingdom, di stanley elkin, edito da minimum fax, 422 pagine, 11,50 € (o la versione inglese, se preferite). perché dovete comprarlo? perché è divertente e feroce, crudele e tenero, perché parla della morte e vi fa venire voglia di vivere, perché è impietoso ma umano, perché vi stupirà a ogni frase, perché dopo averlo letto non sarete più la stessa persona. perché è semplicemente bello, bello, bello. ieri ho visto gli editori un po' abbacchiatelli, o più che altro sfiduciati nei confronti dei lettori italiani: è un libro troppo difficile, come linguaggio e come tematica, non venderà molto. non so se e quanto venderà, ma so solo che quei pochi (o molti) fortunati che lo leggeranno saranno contenti. perché è un libro splendido. non l'avevo ancora detto mi sembra. è bello. e ricordiamoci sempre, come già detto altrove in questo blog, e anni e anni fa dal nostro carissimo amico fjodor, è la bellezza che salverà il mondo.
potevo nascere da un'altra parte?
reduce da un giro turistico di quattro giorni in Toscana, non posso davvero fare a meno di ringraziare il cielo di avermi fatto nascere da queste parti.
noi di omfaloscopia stiamo cercando il modo di fondare nelle campagne tra Siena e Firenze una bella comune (l'idea è di MariaGraziaSerenotta, un beso para ella!).
si accettano già da ora adesioni.
26 settembre 2005
25 settembre 2005
aritodo sobre mi madre
ieri l'altro, sorseggiando il suo cocktail preferito, la TACHIPIRINHA, mia madre mi ha raccontato che il figlio di una sua amica ha appena aperto un BREAD & BREAKFAST. premesso che la bevanda effervescentemente alcolica le ha probabilmente dato alla testa, mi chiedo se in quella locanda i clienti li facciano dormire su delle michette giganti.
poiché, come ipsa dixit nella metropolitana di Londra, "I know my chicken", so che la Carla ci delizierà presto di altre siffatte perle. e provvederò seduta stante a postarle.
23 settembre 2005
happy birthday bruce!
Ecco Crita, questo post è per te (e per Bruce, che ogni tanto, ci dicono persone a lui vicine, visita il nostro blog).
(una rara immagine di bruce pettinato a 18 anni.
chi l'avrebbe mai detto che un giorno l'avrebbero chiamato the boss?)
Sgt. BEPper's Lonely Hearts Club Band II
ecco qua la seconda puntata dei consigli amorosi della Lara Croft dell'acchiappo. carissime lettrici sfortunate in amore, eccovi le nuove dritte per trasformarvi in divoratrici di uomini, in mantidi spietate, in maledette tombeuse de males.
il primo consiglio di oggi è quello di comprarvi una macchina con targa spagnola. va bene anche una panda dell'82 (anzi, meglio, visto che probabilmente avrà pure l'adesivo del Mundial), al limite anche una multipla, l'importante è che abbia sulla targa una bella "e" bianca su fondo azzurro. le donne iberiche suscitano pensieri lubrichi (che per Guccini fanno rima con un camion di fichi, ma questo è un altro discorso) nel maschio italico. sono simili a noi, ma diverse. hanno quella esse scivolata, la mantilla e le nacchere. diventano subito tutti melliflui, sorridenti e marpioni. vi lasciano il posto al parcheggio, vi offrono il caffè, vi aiutano a mettere i sacchetti della spesa nel bagagliaio. ci cascano persino i vigili del fuoco. ricordatevi comunque di imparare a mente un paio di poesie di garcia lorca, i nomi di almeno tre toreri e due calciatori del barcellona e la ricetta della paella, non si sa mai.
il secondo è quello di girare per una libreria (meglio se la Rinascita di Empoli, le commesse sono gentilissime, preparate e disponibili) con lo sguardo perso, come se non aveste mai letto un libro in vita vostra. sfogliate pure dei bei libri pieni di figure, dei miseri libri di cucina (né macrobiotica, né tailandese, fanno troppo intellettuale di sinistra in incognito, scegliete quelli della Clerici o di Suor Germana) o degli album da colorare. lo pseudointellettuale di turno verrà di sicuro a riempire ogni vostra lacuna culturale, consigliandovi probabilmente Piperno, Bevilacqua o la Tamaro. voi fate di sì con la testa, ascoltateli a bocca aperta e la conquista è fatta. mi raccomando, la mattina dopo attaccate loro un bel pippone sul monologo interiore di Bohumil Hrabal o sulla valenza del mito greco nella letteratura croata. se lo meritano.
il terzo è quello di dichiararvi interiste. vi faranno subito lo sguardo compassionevole e mostreranno un atteggiamento protettivo. cercheranno di consolarvi, il mercoledì vi inviteranno al cinema e qualcuno tenterà pure di spiegarvi il perché dei successi del catenaccio trapattoniano nell'89. se invece i loro occhi si illumineranno e partiranno con la celebre Sartiburnichfacchettibedinguarneripicchi..., rinunciate. avreste sicuramente a che fare con degli inguaribili romantici, di cui potreste persino innamorarvi.
struwwelfeather
Oggi mi permetto il lusso di andare dal parrucchiere!
21 settembre 2005
berluskamikaze
20 settembre 2005
l'hanno sciabordato bene!
diciamo pure che non me ne frega nulla. e che sono d'accordissimo con la mia amica Margherita Hack, segno zodiacale maiale, come me, "perché 'un si butta via nulla", quando dice che il miracolo riesce perché sciabordano l'ampolla per benino.
già che ci sono, dedico alla mia astrofisica preferita anche due versi del Maestro (in effetti era un po' che non lo citavo):
Ma guarda quante stelle questa sera
fino alla linea curva d'orizzonte,
ellissi cieca e sorda del mistero là dietro al monte
Si fingono animali favolosi,
pescatori che lanciano le reti,
re barbari o cavalli corridori lungo i pianeti
e sembrano invitarci da lontano
per svelarci il mistero delle cose
o spiegarci che sempre camminiamo fra morte e rose.
O confonderci tutto e ricordarci
che siamo poco, che non siamo niente
e che è solo un pulsare illimitato ma indifferente.
Ma guarda quante stelle su nel cielo
sparse in incalcolabile cammino,
tu credi che disegnino la traccia del destino ?
e che la nostra vita resti appesa
a un nastro tenue di costellazioni
per stringerci in un laccio e regalarci sogni e visioni,
tutto sia scritto in chiavi misteriose,
effemeridi che guidano ogni azione,
lasciandoci soltanto il vano filtro dell'illusione
e che l'ambiguo segno dei Gemelli
governi il corso della mia stagione
scontrandosi e incontrandosi nel cielo dello Scorpione ?
Ma guarda quante stelle sterminate
che senso avranno mai? Che senso abbiamo?
Sembrano dirci in questa fine estate: siamo e non siamo
e che corriamo come il Sagittario
tirando frecce a simboli bastardi,
antiche bestie, errore visionario, segni bugiardi.
C'erano ancora prima del respiro,
ci saranno alla nostra dipartita,
forse fanno ballare appesa a un filo la nostra vita
e in tutto quel chiarore sterminato,
dove ogni lontananza si disperde,
guardando quel silenzio smisurato l'uomo si perde.
(D'amore, di morte e altre sciocchezze, 1996)
un po' di cazzi miei
19 settembre 2005
poetry spam
will when .
You the ! the .
18 settembre 2005
lo cascio nel cuore
peccato, perché è difficile da credere, ma Giovanna Mezzogiorno e Alessio Boni riescono a fare ciascuno tre - dico tre - espressioni diverse (una triste, una allegra e una arrabbiata), un record per entrambi.
stonano un paio di personaggi non proprio azzeccati (un regista impegnato costretto a dirigere soap - ma non sarà mica quello pro-casalinghe di Voghera? - una Silvia Rocca troppo, troppo cieca e una madre non madre), l'ennesima scena della Mezzogiorno che fa jogging in un parco romano e che viene tradita dal compagno mentre è incinta, il ritmo in certi punti un po' lento.
eccezionale è invece Angela Finocchiaro, cui sono affidati (con successo) gli spunti comici. da apprezzare è il fatto che il film affronta argomenti troppo spesso trascurati dal cinema, come la violenza familiare, l'handicap, l'omosessualità e la mancanza di comunicazione. il messaggio non è scontato, è un invito a conoscersi meglio e a trasmettere agli altri ciò che si ha dentro, per affrontare al meglio la vita.
su tutto e su tutti svetta Luigi Lo Cascio. è invecchiato e imbruttito (ce n'è voluto, ma ce l'hanno quasi fatta, bravo il truccatore), non è l'eroe senza macchia e senza paura dei Cento passi, compare solo in poche scene, ma giganteggia con la sua delicatezza. fa il ricercatore (e questo già basterebbe a determinare lo squallore del personaggio), un cervello in fuga chiuso, complessato, angosciato, oberato da un passato pesante. ma ama sopra ogni cosa e riesce a mettersi in discussione. standing ovation.
dopo averci fatto amare i siciliani che pagano il bollo come Peppino Impastato, addormentare (sì, anche me, fan numero uno) ne La luce dei miei occhi, diventare tutti gay ne Il giorno più bello della mia vita, rivivere trent'anni di storia ne La meglio gioventù, amare Gianni Morandi in Mio cognato, immedesimare con Moretti (Mario, non Nanni) in Buongiorno notte, voler bene anche a chi non sa amare ne La vita che vorrei e apprezzare gli sgozzamenti in Occhi di cristallo, ne La bestia nel cuore llc ci fa innamorare (platonicamente, sia detto) di sé.
17 settembre 2005
phenomenal women
Pretty women wonder where my secret lies.
I'm not cute or built to suit a fashion model's size
But when I start to tell them,
They think I'm telling lies.
I say,
It's in the reach of my arms
The span of my hips,
The stride of my step,
The curl of my lips.
I'm a woman
Phenomenally.
Phenomenal woman,
That's me.
(da Phenomenal Woman, Maya Angelou)
cerchi maltesi
non sapevo nemmeno, comunque, che Hugo Pratt fosse dei nostri. sì, insomma, omfaloscopico. era per sua stessa definizione un bastardo culturale (e questo basterebbe e avanzerebbe pure), in più si è sposato in seconde nozze con un'argentina, ha messo al mondo una figlia di nome Silvina ed è stato battezzato nella chiesa di S. Colombano (al piffero) di Rimini.
tu chiamale, se vuoi, coincidenze...
bello è stato anche l'incontro con Federica-Flores, blogghista volante, locasciana convinta, studentessa sublime (si è laureata brillantemente a Bologna e non vi dico con chi, perché non ci credereste) nonché omfaloscopica ad honorem, proprio una bella persona. con lei dividerò la stanza a Urbino, con buona pace di Sepùlveda, che ancora non ha digerito il mio rifiuto. le auguriamo enormi successi senesi, ma se dovesse andar male, oltre a "always look on the bright side of life", mi verrebbe da dirle:
ti insignirei in toga di quindici lauree ad honorem,
ma a scuola ero scarso in latino e il "pop" non è fatto per me:
ti diplomerò in canti e in vino qui in via Paolo Fabbri 43!
15 settembre 2005
let's do loneliness in style
14 settembre 2005
attacca un pippone a uno sconosciuto!
ma non sceglierne uno qualunque, aspetta che sia lui a cercarti, opponi una lieve resistenza all'inizio, schermisciti - ma non troppo - e poi organizza seduta stante la nuova edizione del "concerto internazionale di segovia".
vedrai, la vita ti sorriderà di nuovo, mentre a lui sarà venuto un bel mal di testa (ma non sottilizziamo).
un grazie di nuovo a tutti gli sconosciuti presenti e futuri che non hanno opposto e non opporranno resistenza e buon viaggio verso lidi più ameni, in maggiolone, in barca a vela o in gozzo, magari in compagnia di un'algida bionda anoressica.
a buon rendere!
repetita iuvant
If life seems jolly rotten
There's something you've forgotten
And that's to laugh and smile and dance and sing.
When you're feeling in the dumps
Don't be silly chumps
Just purse your lips and whistle - that's the thing.
And...always look on the bright side of life...
Always look on the light side of life...
For life is quite absurd
And death's the final word
You must always face the curtain with a bow.
Forget about your sin - give the audience a grin
Enjoy it - it's your last chance anyhow.
So always look on the bright side of death
Just before you draw your terminal breath
Life's a piece of shit
When you look at it
Life's a laugh and death's a joke, it's true.
You'll see it's all a show
Keep 'em laughing as you go
Just remember that the last laugh is on you.
And always look on the bright side of life...
Always look on the right side of life...
(Come on guys, cheer up!)
Always look on the bright side of life...
Always look on the bright side of life...
(Worse things happen at sea, you know.)
Always look on the bright side of life...
(I mean - what have you got to lose?)
(You know, you come from nothing - you're going back to nothing.
What have you lost? Nothing!)
Always look on the right side of life...
perché, come diceva la Stefi in quel mitico fumetto anni '70, alla fine spunta sempre l'arcobaleno!
13 settembre 2005
traumi infantili
"e siamo noi, che abbiamo intorno ai trent'anni" cantava locasciulli (un ceppo dei lo cascio emigrato in abruzzo?) in tempi in cui i trentenni mi sembravano vecchissimi e forse lo erano davvero. siamo noi che abbiamo decisamente più di trent'anni, dicevo, che abbiamo avuto dei giocattoli ben strani di cui si potrebbe parlare per ore e ore. uno di questi era la bambola fanella. chi se la ricorda? io me la ricordo bene. ha segnato la mia infanzia e la percezione della mia femminilità. la bambola fanella aveva i capelli neri e lisci come i miei, gli occhiali e anch'io ce li avevo, un neo sulla guancia destra, come me, un nome che iniziava con la f, come il mio. ma fondamentalmente la bambola fanella era racchia. tutti mi dicevano che mi somigliava. e io ci credevo. riuscite a imaginare cosa significa crescere con la convinzione di essere la bambola fanella? una bambola che non solo era meno femminile di un asse da stiro ma cantava, grazie a dei dischi che le mettevi nella schiena, canzoni deliranti. una di queste faceva "gianni morandi ha le mani grandi". e io la cantavo insieme a lei. ed è per superare questo trauma infantile che ho deciso di mettere sul mercato una nuova bambola: la brazipa ganza, che mi somiglia un po' di più di fanella e che se le metti un disco dietro la schiena ti dice "so' cognat'a gianni morandi".
12 settembre 2005
- bush + buscè
l'incontro non ha avuto storia, ma io mi sono divertita molto, guardando e ascoltando i tifosi azzurri sugli spalti, che non hanno smesso un momento di incitare il "vecchio cuore azzurro", nonostante dopo dieci minuti perdessero già 2-0. a loro vanno non 3 ma 100 punti. molti meno agli juventini, che hanno aperto bocca solo sul finale, per offendere gli avversari. lo striscione più bello incitava il centrocampista Antonio Buscè (- BUSH, + BUSCE'), che potrebbe diventare da oggi un nuovo idolo omfaloscopico.
il biglietto (di quelli da pottaioni, come si dice da queste parti) me l'ha regalato il mitico Johnny Ekstroem, indimenticato attaccantone dell'Empoli (e del Bayern Muenchen), personcina unica, splendida e amabile. ero seduta a un tiro di sputo dalla trojka del comando mafioso bianconero Moggi-Bettega-Giraudo. mi sono trattenuta dal riempirli di saliva perché sul mio biglietto era stampato il nome del povero Johnny e non volevo che finisse in galera al posto mio.
ero circondata da osservatori della squadra del Livorno (oggi capolista della serie A, incredibile) che hanno omaggiato noi di omfaloscopia al grido di "chi ha fatto gol? Vieira?" "no, il tegame di su' ma'" (vestito da Zorro, aggiungiamo noi).
la cosa che più mi ha colpito è stato però incontrare la mia vecchia password. nella poltroncina davanti alla mia si è seduto Tarcisio Burnich, megalitico terzino dell'Inter dei miracoli, quello di Sartiburnichfacchettitagninguarneripicchjairdomenghinimazzola... un uomo, un mito, dei favolosi anni sessanta (Minà lo cito solo perché è amico di Luis Sepùlveda), una pietra miliare della storia nerazzurra. "tarcisioburnich" è stata per anni la mia parola d'ordine segreta, era una Zauberwort, un abracadabra incantato che mi apriva l'account di yahoo. e ieri l'ho vista in carne ed ossa. un'esperienza extrasensoriale, concessa a pochi.
verso Bruxelles: via PIUME e lustrini!
sul suo stesso volo si è imbarcato Alan Friedman (no, amici lettori, non un sosia alla Tonibler stinto, il noto economista in persona) che oramai l'avrà istruita ben bene sul valore dell'Euro e sull'importanza dell'accento alla Stanlio e Ollio nel mondo dell'editoria italiana.
Serena, ci mancherai, ma inizia a tremare, perché verremo a trovarti prima di quanto tu ti aspetti!
Il consiglio musicale del Commesso Traduttore
Per esempio: tornati dalle ferie volete fare bella figura nelle discussioni giovanilistiche/da bar sul "tormentone dell'estate"? Ecco cosa dire e non dire. Prima di tutto, evitate di citare colonne sonore degli spot telefonici ("vieni con meee" eccetera), troppo scontate. Lasciate perdere le canzoni italiane: nel testo ci sarà sempre almeno un punto debole che il vostro interlocutore potrà mettere a nudo (e magari vi ridicolizzerà pure citando Guccini). Lasciate invece che la vostra scelta cada su
"Incomplete", dei Backstreet Boys (dall'album Never Gone)
Perché?
1) Perché "È una splendida ballata degna del primo Brian Adams, quando era ancora un vero rocker". (sdoganamento automatico e buttato lì di Brian Adams)
2) Perché "Se non l'avessero incisa i Backstreet Boys che sono una boy band avrebbe avuto molto più successo" (come dire "ma sì, anche loro hanno una dignità": sdoganamento automatico dei Backstreet Boys e ostentazione di lungimiranza nei riguardi del mondo del pop adolescenziale. Anzi, post-adolescenziale, ché un prefisso non si nega più a nessuno)
3) Perché il ritornello è un piccolo capolavoro di sdolcinatezza e facili metafore pop, di quelle che quannoscevò scevò: "I tried to go on like I never knew you / I'm awake but my world is half asleep / I pray for this heart to be unbroken / but without what I'm going to be is / Incomplete"
4) Perché l'arrangiamento della sezione archi è essenziale ma decisivo, gli stop-and-go su certi ritornelli sono un capolavoro di enfasi, e le melodie sono scontate ma irresistibili.
5) Perché i Backstreet Boys sono meglio dei Blue. (E i Take That erano meglio dei Backstreet Boys, e i New Kids on the Block erano meglio dei Take That - anche se i migliori di tutti sono sempre stati quegli scoppiati degli East 17)
Arrivederci alla prossima puntata del Consiglio Musicale (più o meno a gennaio 2006)
11 settembre 2005
domenica, 11 settembre 2005
non sarebbe pesata così
l'estate finiva più nature
vent'anni fa o giù di lì
Con l'incoscienza dentro al basso ventre
e alcuni audaci, in tasca "l'Unità",
la paghi tutta, e a prezzi d'inflazione,
quella che chiaman la maturità
Ma tu non sei cambiata di molto
anche se adesso è al vento quello che
io per vederlo ci ho impiegato tanto
filosofando pure sui perché
Ma tu non sei cambiata di tanto
e se cos'è un orgasmo ora lo sai
potrai capire i miei vent'anni allora
e quasi cento adesso capirai
Portavo allora un eskimo innocente
dettato solo dalla povertà
non era la rivolta permanente
diciamo che non c'era e tanto fa
Portavo una coscienza immacolata
che tu tendevi a uccidere però
inutilmente ti ci sei provata
con foto di famiglia o paletò
E quanto son cambiato da allora
e l'eskimo che conoscevi tu
lo porta addosso mio fratello ancora
e tu lo porteresti e non puoi più
Bisogna saper scegliere il tempo
non arrivarci per contrarietà
tu giri adesso con le tette al vento
io ci giravo già vent'anni fa
Ricordi fu con te a Santa Lucia
al portico dei Servi per Natale
credevo che Bologna fosse mia
ballammo insieme all'anno o a Carnevale
Lasciammo allora tutti e due un qualcuno
che non ne fece un dramma o non lo so
ma con i miei maglioni ero a disagio
e mi pesava quel tuo paletò
Ma avevo la rivolta fra le dita
dei soldi in tasca niente e tu lo sai
e mi pagavi il cinema stupita
e non ti era toccato farlo mai
Perché mi amavi non l'ho mai capito
così diverso da quei tuoi cliché
perché fra i tanti, bella,
che hai colpito ti sei gettata addosso proprio a me
Infatti i fiori della prima volta
non c'erano già più nel sessantotto
scoppiava finalmente la rivolta
oppure in qualche modo mi ero rotto
Tu li aspettavi ancora ma io già urlavo che
Dio era morto, a monte, ma però
contro il sistema anch'io mi ribellavo
cioè, sognando Dylan e i provos
E Gianni ritornato da Londra
a lungo ci parlò dell'LSD
tenne una quasi conferenza colta
sul suo viaggio di nozze stile freak
E noi non l'avevamo mai fatto
e noi che non l'avremmo fatto mai
quell'erba ci cresceva tutt'attorno
per noi crescevan solo i nostri guai
Forse ci consolava far l'amore
ma precari in quel senso si era già
un buco da un amico, un letto a ore
su cui passava tutta la città
L'amore fatto alla boia d'un Giuda
e al freddo in quella stanza di altri e spoglia
vederti o non vederti tutta nuda
era un fatto di clima e non di voglia
E adesso che potremmo anche farlo
e adesso che problemi non ne ho
che nostalgia per quelli contro un muro
o dentro a un cine o lì dove si può
E adesso che sappiamo quasi tutto
e adesso che problemi non ne hai
che nostalgia, lo rifaremmo in piedi
scordando la moquette stile e l'Hi Fi
Diciamolo per dire, ma davvero
si ride per non piangere perché
se penso a quella ch'eri, a quel che ero,
che compassione che ho per me e per te
Eppure a volte non mi spiacerebbe
essere quelli di quei tempi là
sarà per aver quindic'anni in meno
o avere tutto per possibilità
Perché a vent'anni è tutto ancora intero
perché a vent'anni è tutto chi lo sa
a vent'anni si è stupidi davvero
quante balle si ha in testa a quell'età
Oppure allora si era solo noi
non c'entra o meno questa gioventù
di discussioni, caroselli, eroi
quel ch'è rimasto dimmelo un po' tu
E questa domenica in Settembre
se ne sta lentamente per finire
come le tante via distrattamente
a cercare di fare o di capire
Forse lo stan pensando anche gli amici
gli andati, i rassegnati, i soddisfatti,
giocando a dire che si era più felici
pensando a chi si è perso o no a quei patti
Ed io che ho sempre un eskimo addosso
uguale a quello che ricorderai
io come sempre, faccio quel che posso
domani poi ci penserò se mai
Ed io ti canterò questa canzone
uguale a tante che già ti cantai
ignorala come hai ignorato le altre
e poi saran le ultime oramai
(ecco la brazipa gucciniana, con l'eskimo innocente, dettato dalla povertà)
10 settembre 2005
e a lui nulla?
siccome il Festival del Cinema si è appena concluso e al nostro caro Luigi Lo Cascio non è stato assegnato nemmeno un leoncino di plastica, noi irriducibili innamorate di omfaloscopia gli assegniamo un premio molto molto speciale: il topone d'oro. annunciamo pure, già da adesso, che se l'anno prossimo a Cannes non gli daranno l'ambita palma, noi gli consegneremo anche il fico d'oro.
e lo gnocco d'oro alla carriera.
un aLtLo ceLchio si chiude
09 settembre 2005
accidenti!
comunque, crisi di coscienza a parte, è stata una vera gioia trascorrere diversi mesi della mia vita in compagnia di questo libro. ricordate: il 29 settembre non è solo una canzone di battisti, non è solo il compleanno di un uomo che, come direbbe rita, ha perso completamente di vista il budda che è in lui. è anche il giorno in cui esce in italia questo mio quinto figlio adottivo, al quale voglio molto bene.
07 settembre 2005
la poesia della settimana
...my way is in the sand flowing
between the shingle and the dune
the summer rain rains on my life
on me my life harrying fleeing
to its beginning to its end
my peace is there in the receding mist
when I may cease from treading these long shifting thresholds
and live the space of a door
that opens and shuts...
06 settembre 2005
ciao Ronie
e poi ci sono esseri come Ronie, che viveva al canile di Marcignana da cinque anni, accoglieva a colpi di fusa-bau chi, come me, all'inizio aveva paura di tanti esseri abbaianti e si prendeva cura di Bianchino. Bianchino è un altro randagio come lui, accecato con l'acido perché aveva fatto l'amore con una canina di razza. Ronie lo portava in giro, lo faceva correre, gli faceva la guardia alla ciotola quando era ancora piena, lo portava nei loro nascondigli segreti e gli voleva bene. non litigavano nemmeno per le fidanzate, nonostante Ronie fosse un tombeur de chiennes.
da oggi Bianchino non vede più con gli occhi di Ronie, perché Ronie non c'è più. e a me dispiace proprio tanto.
appello di una futura stragista
mio padre voleva che crescessi serena e lontana dalle sirene capitaliste, quindi in casa mia niente Nutella, niente Coca-Cola e niente Barbie. a cinque anni l’ho guardato mentre sparecchiava e gli ho detto: "è vero, babbo, noi intellettuali di sinistra non badiamo a queste divisioni sessiste dei lavori di casa". allora mio padre (sant'uomo), preso dalla pietà, è uscito e mi ha comprato una Barbie, in versione casalinga.
la Barbie casalinga mi è arrivata però troppo tardi, l’epoca dell’imprinting oramai l’avevo superata e odio fare i lavori di casa. odio anche quelle donne che hanno sempre il cencio in mano, che passano lo straccio anche sui figli e obbligano il postino a mettere le pattine prima di suonare il campanello. odio i vetri puliti, odio l’odore di mastrolindo, odio tutto ciò che luccica e avrei voglia di uccidere chiunque lavi e pulisca. soprattutto se donna.
nel mio piano ginecocida verrei senza dubbio aiutata da una mia cara amica scenografa, destinata a ben più alti incarichi, ma che per guadagnarsi da vivere (e da un posto al sole e da sentieri e da paso adelante e da centovetrine) impiastriccia i fondali delle soap-opera. il suo geniale estro viene continuamente tarpato dalla vena piallante del suo capo, che le dice: “se la casalinga di Voghera non lo apprezza, noi non possiamo mandarlo in onda”.
05 settembre 2005
le api, il cerchio, le parole
bologna, ombelico di tutto (lo vedi, angelina, che ti seguiamo?)
ombelico, omphalos, centro. centro dal greco kéntron, pungiglione. pungiglione, ape. il cerchio si chiude. (tra inaspettate amicizie fra ex fidanzati e criptocarabinieri fan del boss, abbiamo scoperto che i nostri gradi di separazione non superano mai i due, nonostante in italia ci siano 58 milioni di abitanti e in europa poco meno di un miliardo).
cerchio, in sanscrito mandala. ed ecco un mandala che racchiude un'ape.
perché le api sono state protagoniste di questi giorni, giorni in cui un'infinità di cerchi si sono chiusi.
02 settembre 2005
la felicità
ieri mi sono dedicata a uno sport estremo: camminare sui sampietrini e per le salite e discese ripide di due paesini del basso lazio con i tacchi a spillo.
ho il vago ricordo di uno scrittore (ma mi sfugge chi e non so perché mi frullano nella testa leopardi, pavese e beckett) che diceva che la felicità è potersi finalmente togliere un paio di scarpe scomode. ieri notte, all'una e mezza, ho camminato scalza sui sampietrini di itri, con le scarpe in mano, e credo di aver provato qualcosa di molto vicino alla felicità.