Siccome siamo sostenitrici assulute del “fai quell che cazo – con una zeta sola fa figo – ti pare”, per un po’ siamo sparite. Forse ce ne andremo di nuovo, forse torneremo prestissimo, forse punto e a capo.
Oggi abbiamo qualcosa da dire, e lo diciamo.
Ci fa piacere sapere che continuate a seguirci anche se latitiamo. È bello sentire l’affetto di chi ci conosce a anche quello di chi non sa nemmeno chi siamo. Ci fa piacere quando rispondete e dimostrate di non aver capito assolutamente nulla di quello che abbiamo scritto, ma interagite. Bello, bellissimo. Perché se c’è una cosa che apprezziamo di quel trombone di Umberto Eco, è la sua concezione del lector in fabula. Secondo il suddetto trombone un testo è incompleto senza l’intervento di un lettore che ne riempia gli spazi vuoti con la sua attività inferenziale. Nel blog i commentatori sono lì per rendere detto il non-detto, magari per dire anche dei non-detti che non c’entrano nulla coi non-detti di partenza, ma viva la comunicazione, viva il detto all’ennesima potenza.
I nostri primi post – quelli che i nostri esegeti futuri definiranno i post del post-Norwich – presupponevano un grande intervento dei lettori. Erano l’apoteosi del non-detto. Poi col tempo, la maternità e la didattica siamo diventate divulgative. Anche se non ce n’era bisogno, perché ci pensano già Piero Angela e Alberto Angela. E c’è pure la mia amica Angela che ci ha letto per tanto tempo.
Siamo diventate divulgative perché ci siamo accorte che si stava diffondendo il germe della dietrologia. E cioè: avranno detto questo perché intendevano quest’altro, o avranno detto questo perché pensavano che intendessimo quest’altro però volevano che capissimo quest’altro ancora? C’era chi voleva vedere chissà quali messaggi occulti nei nostri post: li leggevano allo specchio come le copertine dei dischi dei beatles, o li ascoltavano al contrario, per vedere se dicevamo che dio è morto.
Questo post è per dirvi che siamo davantologiche, cioè vi mettiamo davanti quel che siamo senza mezzi termini né maschere, ma non diventeremo mai nazionalpopolari.
10 commenti:
davantoligiche d'itaglia uniamoci!
nel tuo caso andrebbe bene anche "davanzalologiche", ma io e la Fe saremmo escluse a priori
pure io voglio essere davantologiche... mi son scocciata di essere interpretata :-)
ma infatti, nandina, il punto è proprio quello: chi tiene un blog si espone e dice quello che pensa. chi lo legge recepisce e risponde, sono tutte cose che fanno piacere, ma non deve superinterpretare, né psicologizzare spicciolamente, né giudicare chi scrive, perché non gli viene richiesto.
ecco, giusto, sottoscrivo, quasi quasi lo metto come sottotitolo sul mio blog...
e comunque, è vero che sono un po' schizzata, ma sono ancora una sola, quindi non voglio essere davantologiche, ma davantologica :-)
... e poi il pensavo più alle interpretazioni "nella vita" ;)
della serie: "domani è un altro giorno"? :D
certo, Paolo, anche ieri era un altro giorno. e dopodomani pure.
Sarà l'ora, sarà l'incubo che ancor m'opprime, non ci ho capito tanto di questo post. E' contemplata l'incapacità di capire in lector in fabula? :)
voglio essere sopralogica o sottologica, io!
intervengo.
penso di avere afferrato quello che hai scritto avantologicamente. indietrologicamente (Golb ni Rotcel) invece non ho capito un cavolo, ma non importa.
nel caso inavvertitamente diventassi "giudicante" in un commento futuro fammelo notare. puoi stare certa che l'unica cosa che non farò mai è superinterpretare. faccio fatica ad interpretare a livello base, figuriamoci super...
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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