28 giugno 2007

Amor ch'a nullo amato amar perdona


Come ho annunciato, sabato parto per la Germania. E’ dal novembre del 2005 che non ci metto piede e sono leggermente agitata. In tutte le storie d'amore, stare un po' separati fa bene, ravviva la fiamma e fa capire quanto si tiene all'altro. Ecco, la mia con la Germania è davvero una storia tormentata, di quelle che ci si lascia e ci si prende, si fa pace con passione, per poi litigare di nuovo e tornare a ricercarsi.

Quando vivevo a Friburgo non sopportavo la pioggia. Voglio dire, io sono una che ha sempre adorato le piogge nei pineti e i temporali, l'odore di muschio, di acqua in movimento e di terra bagnata, ma odio il Nieselregen (il mio Biermann chiama così Günter Grass, ci sarà pur una ragione), quella pioggerellina impalpabile (oddio quanto fa blog questo aggettivo), che non sai da che parte parare con l’ombrello, finché poi esci senza, tanto sai che ti bagni comunque. Quel cielo molto e sempre grigio che ti chiedi perché i bambini lo disegnano blu, le lumache sulla faccia, i capelli sempre in disordine e la muffa sotto le ascelle anche a luglio. Non mi dava fastidio che piovesse, ma che non smettesse mai.

E mi dava fastidio anche che nessuno rispondesse ai miei Guten Morgen e ai miei sorrisi, mi dava fastidio che la verdura avesse tutta lo stesso colore (beige stinto) e lo stesso sapore (di poliuretano espanso bollito), mi dava fastidio che il vicino mi rovistasse nella spazzatura per vedere se avevo fatto bene la Mülltrennung, mi dava fastidio che mi seguissero nei negozi fichi perché con l’aria da mediorientale che mi ritrovo temevano che facessi chissà cosa e mi dava fastidio anche il cambio di espressione della gente quando dicevo di essere un cervello in fuga e non un Gastarbeiterkind (parola intraducibile e oscena, corrispettivo vago di ‘figlio di immigrati’).

Ora che sono rientrata in Italia, noto però che sono tante anche le cose che rimpiango. Innanzi tutto l’ambiente multiculti. Il negozio d'antiquariato dei nostri amici afghani, col tè dell'Iran, le crocchette pakistane, qualche Kartoffelsalat, il vino francese, le empanadas argentine, le lenticchie indiane e gli americani simpatici. Non credo che dipenda dal fatto che vivo in un paesotto di 60.000 abitanti, tutta l'Italia è provinciale. Quelle belle facce bastarde da nippocrucco o da germocaraibico da noi sono solo sogni di Veltroni. Mi manca la meritocrazia tedesca, il rispetto per le cose degli altri e per quelle di tutti, mi manca l’università veramente libera (perché, ricordiamocelo, la libertà è prima di tutto partecipazione). Mi manca il Bärlauch in primavera, le gite estive nelle Sträusse, lo Zwiebelkuchen col Neuer Süßer in autunno e la brodaglia schifosa che chiamano Glühwein a Natale. Mi mancano la mostarda e il Meerettich nell'insalata, qualche Biowurst e persino gli Spätzle, che ho sempre visto come i cugini sfigati degli gnocchi. No, l'Apfelsaftschorle non ce la faccio a farmelo mancare. Mi mancano la puntualità delle Strassenbahn, i pantaloni verdi dei poliziotti che, per il mio bene, mi perquisivano il maggiolone ogni due-tre giorni, la flessibilità dei custodi delle biblioteche che, sempre per il mio bene, mi aprivano la borsa quattro volte al giorno e i baffi degli Hausmeister, un concentrato di rompicoglionimento a oltranza.

Ecco, sì, forse mi fa bene tornare in Germania, anche perché poi apprezzerò un po’ di più casa nostra.

(Colonna sonora del post: La lontananza di Modugno e L’Italiano di Cutugno)

11 commenti:

bitrix ha detto...

Prendila con beneficio d'inventario (data la mia ignoranza - fra le altre cose - nella lingua e cultura tedesca), ma ho appena finito di leggere "La deutsche vita" di Antonella Romeo, Ed. Seb 27, Torino e mi è piaciuto tantissimo!! E' un romanzo autobiografico molto ironico, raffinato, tenero e assai istruttivo per una serie di raffronti culturali che analizza lei che da giovane si è trasferita ad Amburgo per sposare un ragazzo tedesco. Lei è nipote di un partigiano, lui figlio di un ex SS... Sono molte le frizioni e le sorprendenti affinità fra le due famiglie, percepite (con bontà) dal suo sguardo di donna con il cuore a metà. La scrittrice è un'amica di un amico e prima o poi la facciamo venire a presentare il libro dalle nostre parti...! 1 Bacio!

Anonimo ha detto...

buon viaggio. dovrei leggerti di più. mi fa bene.

Anonimo ha detto...

ehm... e se ti dicessi che a me manca da morire anche l'Apfelsaftschorle? Buon viaggio! Se non abitassimo un po' lontano ti chiederei di portarmene una lattina... :-D

Stefano Zangrando ha detto...

Allora, che ci racconti del tuo ritorno "a casa"?

(Anche a me l'Apfelsaftschorle non fa così schifo; domenica 8 arrivo anch'io in D, a Berlino, per una settimana, e sta'a vedere se non me ne bevo un nullfünf al primo brunch...

Ciao

Anonimo ha detto...

no, io l'apfelsaft (e soprattutto quello tagliato colla minerale) lo trovo vomitevole invece. bleaah. uno dei misteri tedeschi che non sarò mai in grado di decifrare.

Anonimo ha detto...

Incursione repentina in questo post per un commento che non c'entra nulla:
Ma tu guarda un po' cosa si trova in giro spulciando per i blog... e chissà se anche il mio è "omfalocompatibile"...
Bello il tuo Leonardo, me lo ricordo che era ancora nella pancia, grande più o meno come un fagiolo.
Ciao Chiara, a risentirci.

Sandra B. ha detto...

ehm... sempre io, Sandra B.
Non si vede l'indirizzo del blog: www.mafaldabrasil.blogspot.com

nuwanda ha detto...

amor c'ha nullo amato amar perdona... porco cane, lo scriverò sui muri e sulle metropolitane!

È il miglior commento che mi viene in mente a questo gran bel post.

Anonimo ha detto...

salve a tutti, sono appena rientrata, e tra una maglia e una scarpa tirate fuori dalla valigia (andata persa) vi saluto di corsa e rimando a domani un resoconto del viaggio e la spiegazione di una parola intraducibile.

bitrix grazie, mi sono già segnata le coordinate, se organizzi l'incontro avvertimi che mi organizzo

zajchik sei una delle persone per le quali scrivo. io ti leggo tutti i giorni

zia vale mannaggia, a saperlo te lo portavo. meno male che il piccolo e già nato e non rischia di nascere con la voglia dell'Apfelsaftschorle (ce lo vedo tutto a bollicine e con la foglia di mela in testa)...

stefano-san masochista eh? ma perché i miei commenti sul tuo bolg non appaiono?

hae troppo dolce, vero? comunque di questi misteri tedeschi torneremo a parlare prossimamente, mi sa

sandra provvedo subito a 'linkarti' (marò che parola brutterrima). anche il capoccione si ricorda di te e dei palloncini dello stand di Biblit

nuwanda commento molto veltroniano, direi. grazie lo stesso e a presto

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)