15 luglio 2007

Giardinaggio benefico

Nel corso delle nostre numerose conversazioni via Skype – sempre sia lodato – Featheryca e io abbiamo delle intuizioni fuori dal comune. In questi giorni ci è occorso un neologismo diciamo curativo, effettivo, lenitivo dell'anima:

la necrocladotomia

ovverosia il taglio dei rami secchi, l’eliminazione di quelle fronde che dal punto di vista affettivo o personale non sono più vitali ­– se mai lo sono state – e tolgono solo energia alla pianta. Certe cesure non sono mai indolori, richiedono forza fisica e morale, intraprendenza e decisione, ma il sollievo dopo è incredibile.


Zac! Un colpo di forbice decreta la fine dell'emorragia energetica.

E la vita riprende, leggera e frivola, chiassosa e pensante.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

mi tocca mi tocca sta settimana (prevedo)
ah somma liberazione e goduria
un bacione a leo, bello scoprire che qua c'è sempre qualcosa di nuovo;)

Meeshell ha detto...

Ora so come si chiama quello che mi è capitato di fare spesso negli ultimi mesi ;-)

omfaloscopia ha detto...

meeshell a me non capita spesso, per fortuna. sono contenta che siano cose sporadiche, perché lì per lì e dopo ci si sente benissimo, però dietro c'è un lavoro (soprattutto su se stessi) non da poco.
l'importante è non farsi sopraffare dai sensi di colpa. come dicevi tu tempo fa, Candy Candy non ci è mai piaciuta, ma ha rovinato un'intera generazione :-)

zajchik in bocca al lupo.
ti baciano sia il capoccione che il coniglio Trotsky, Trockij o come lo scrivete voi esperti.

dioniso ha detto...

Anche a me la necrocladotomia piace molto e ogni tanto la pratico.

Buona giornata

Anonimo ha detto...

ecco, dioniso, questo è un tipo di necrocladotomia che è salutarmente indolore, splendido!

in generale, ci terrei ad aggiungere che il taglio dei rami secchi è un atto necessario e irreversibile.
ci sono invece rami che non si sa bene perché si sono addormentati, non hanno più foglie, ma stanno lì e non danno fastidio, attendono solo l'arrivo della primavera. che tornerà di sicuro, fa parte del ciclo delle cose. e anche del mio karma. ne sono certa.

dioniso ha detto...

Sì, come i rami del nostro abete. Si erano addormentati.
Un saluto

Anonimo ha detto...

Un po' come l'eliminazione dei peli superflui. Meglio se definitiva!!

Anonimo ha detto...

Tagliare i rami secchi è necessario, ma spesso non è sufficiente. Possono anche esserci polloni all’apparenza rigogliosi che però assorbono linfa e nient’altro, in concorrenza tra di loro e senza produrre veramente frutti. Periodicamente, quindi, per rinforzare altre parti della pianta vanno sfoltiti anche questi, lasciando semmai solo quelli più promettenti o sui quali si vuole investire di più. In generale, comunque, può valere un detto che si applica agli olivi: “fammi povero che ti farò ricco”. Ovvero: potami spesso (ogni anno, se possibile) e in modo più o meno energico (un anno un po’ di più, un anno un po’ di meno, anche a seconda delle stagioni, delle gelate ecc.), tienimi pulito, fammi prendere aria (via i polloni interni – quelli giovani, anche in piena estate – e quelli che puntano troppo verso l’alto), e io ti darò buoni frutti.

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie