12 dicembre 2006

dimenticanze

impegnate a crescere figli propri e altrui, a tradurre libri più o meno immaginari e a combattere con microbi più che reali, ci siamo dimenticate di stappare una bottiglia dopo aver visto questa immagine:



mi dispiace solo che ha sofferto poco. nel suo caso (e solo nel suo caso) sarei persino stata contraria all'eutanasia, meglio una bella cacotanasia con accanimento medico e non solo.
spero che appena arrivato di là Victor Jara l'abbia corcato di botte. no, sarebbe poco buddista e poco omfaloscopico, spero che sia stato limonato con foga. da qualche migliaio di malati di mononucleosi.

7 commenti:

Compagno di pranzi e cene ha detto...

Perfide al punto giusto :-D

Anonimo ha detto...

pensa che fino a qualche settimana fa io ero convinta che fosse già morto. e forse in realtà lo era.

(coincidenza strana, di quelle che mi succedono a valanga in questi giorni): mentre scrivo queste parole kurt cobain canta:
i thought you'd died alone a long, long time ago. oh no, not me. we never lost control. you're face to face with the man who sold the world

Zu ha detto...

se la legge del karma funziona davvero su più vite, in che cosa potrà mai reincarnarsi quello lì?

Anonimo ha detto...

bella domanda, zu, apriamo un dibattito!
per me dovrebbe reincarnarsi in uno stercoraro senza le zampe, che cerca di fare le palle di escrementi, non ci riesce e ci casca dentro di continuo fino a che non ci muore affogato.

Anonimo ha detto...

reincarnarsi? ma il mondo non ne ha già avuto abbastanza?

Anonimo ha detto...

Ho scaricato la stessa fotografia di un giornale cileno, da un'altra angolatura, per un post che ho intenzione di scrivere sul mio blog.

Sono passati circa 30 anni da quando ho desiderato la prima volta di vederlo nella bara: avevo 8 anni, la maestra ci parlava di fascismi passati e presenti, l'orrore cileno era percepito intensamente anche da un bimbo delle elementari come me.

Non ho stappato una bottiglia ma mi sono fatto un bel regalo: ho sparato a manetta sullo stereo "El Pueblo Unido Jamas Serà Vencido".

E poi io Augusto Pinochet devo ringraziarlo almeno un po': grazie a lui negli anni ho preso solida coscienza che certi orrori e mostruosità nascono dalle quotidiane piccolezze personalistiche degli egoismi oligarchici di classe, di corporazione e di privilegio.

Così è stato per tutti i fascismi, i nazismi e i franchismi.

E quando vedo le manifestazioni della casa delle libertà rivivo angosciato le analoghe immagini delle manifestazioni pilotate dai poteri forti, interni ed esterni, contro l'Unidad Popular di Allende: la stessa angoscia e il medesimo orrore mi attanagliano.

Non posso stare in silenzio davanti a tutto questo, architettato con sottile infamia quotidiana, e una rabbia incontrollabile mi assale.

Pinochet è morto ma i presupposti del "pinochettismo" sono da sempre robusti e vitali.

Il Pianista ha detto...

Pinochet ha sempre tradito tutto e tutti. Ha tradito anche la giustizia, morendo senza nemmeno passare un giorno in galera per tutti i crimini commessi.