11 gennaio 2006

11-1-99

Le nuvole
(Fabrizio De Andrè)


Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio
Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri
Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivaree la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore
Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai
Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

4 commenti:

Compagno di pranzi e cene ha detto...

Grande Fabrizio...è il migliore!!!
Come ho già detto nei commenti a jerome, fate in modo di avere l'ultimo album: in direzione ostinata e contraria.

Anonimo ha detto...

Fe che fai, mi leggi nel pensiero? Questa è stata per anni la poesia che tenevo accanto alla finestra quando vivevo in Germania. Se mi svegliavo e il cielo era nuvoloso, la leggevo e passava il Morgenmuffel.

Anonimo ha detto...

eh, be', non per niente siamo le gemelle diverse separate alla nascita.

Anonimo ha detto...

è un po' una variazione sul tema centrale del post, ma ieri mattina ho guardato l'ora sul mio cellulare e quello che ho letto è stato: 11.11 1 gennaio (che è comunque 1)

questo attuale è il periodo simbolico della poetica fredericiana, e quindi ho pensato che quello doveva essere un simbolo, un segno che indicava qualcos'altro. non ho ancora deciso cosa, ci sto pensando, come le forme delle nuvole nelle forme di tutto ci possiamo vedere un po' quello che cavolo ci pare.