02 settembre 2005

la felicità



ieri mi sono dedicata a uno sport estremo: camminare sui sampietrini e per le salite e discese ripide di due paesini del basso lazio con i tacchi a spillo.
ho il vago ricordo di uno scrittore (ma mi sfugge chi e non so perché mi frullano nella testa leopardi, pavese e beckett) che diceva che la felicità è potersi finalmente togliere un paio di scarpe scomode. ieri notte, all'una e mezza, ho camminato scalza sui sampietrini di itri, con le scarpe in mano, e credo di aver provato qualcosa di molto vicino alla felicità.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

vorrei che mi tenessi un corso su come camminare coi tacchi su percorsi non accidentati!

Anonimo ha detto...

rossella, sì proprio tu, sei alta di tuo e non hai bisogno di questi mezzi di tortura.
per me invece vale il detto "chi bella vo' pare' pene e gguaie adda pate'".

Anonimo ha detto...

ti capisco, ah se ti capisco.
mio padre diceva che andava a sciare solo per provare il piacere di togliersi gli scarponi alla sera...

Anonimo ha detto...

ma il tacco dà una deambulazione sexy che di tanto in tanto non guasterebbe... niente corso???????

Anonimo ha detto...

il bello di fare il traduttore e di lavorare a casa è proprio che si sta con le zampe scalze e si lavora in pigiama, oltre che puoi permetterti di dare al bando ogni tipo di belletto e trucchi vari!!