"dovremmo scrivere uno sceneggiato", dice fede 2 che con orgoglio di bambina di trent'anni fa si rifiuta di usare la parola fiction. "abbiamo un sacco di idee, sappiamo scrivere, sappiamo pensare, siamo allergiche ai chiché sui trentenni mammoni, paponi e puponi".
"sì è vero, ma la tv è un mondo chiuso, ci arrivano solo gli amici di, i figli di..."
e in quel momento, per la venticinquesima volta nella serata fede 1 dice: "io questa la conosco".
e questa, una pallida e morbida ragazza che si siede accanto al nostro tavolo, non si scompone e dice: "forse mi hai visto in tv in una fiction di poco tempo fa. magari è un po' difficile riconoscermi senza cofana in testa".
le fedi prendono questo come un chiaro incoraggiamento del destino: devono scrivere la loro serie televisiva. ma la realtà è un'altra.
poco dopo infatti compare in scena carlo, il boss, che dopo averci servito un'altra birra ci chiede romanescamente di smammare visto che non stiamo consumando e c'è una discreta fila di persone in attesa. fede 1 fa notare che stiamo consumando la birra, e carlo, il boss comincia il suo spettacolino: "aho, io v'ho portato la bira, ma che ne sapevo che invece de bélla ve mettevate a sorseggia'. qua non è che potemo fa' una magna e l'artra no, e poi la bira. qua se viene e se consuma o ve n'annate. lo sa tutta roma!"
e poi scompare mettendoci secoli a portare il conto e inducendo le fedi nella forte tentazione di annassene sul serio e senza pagare il conto.
il conto lo porta infine carletto, il direttore, che affabile, gentile e sorridente ci dice di avere pazienza e che spera di rivederci presto nel suo locale. le fedi si allontanano, con quel piacevole stato d'animo tra l'incazzato e il divertito che solo le persone che stanno bene in compagnia l'una dell'altra possono avere quando capitano disavventure simili. con la bottiglia di birra in mano, dirette verso uno dei luoghi a quanto pare più magici della capitale: un cesso nei pressi del pantheon.
stamattina cerco il sito della pizzeria la montecarlo. una pagina presenta lo staff come se fossero personaggi e interpreti di una fiction, con tanto di nome, ruolo, e caratteristiche principali: carlo, il boss, nel ruolo di simpatico rompicoglioni che non le manda a dire, carletto, il direttore, nella parte del buono che mette una pezza all'irruenza del boss. e così via tutta una serie di altri protagonisti e comparse, ognuno col suo ruolo ben delineato.
roma è una fiction continua. lo sanno tutti. tutti tranne le due ignare fedi, che senza rendersene conto recitavano a soggetto e a imbeccata nel set più grande che si possa immaginare. lo sa tutta roma.
"sì è vero, ma la tv è un mondo chiuso, ci arrivano solo gli amici di, i figli di..."
e in quel momento, per la venticinquesima volta nella serata fede 1 dice: "io questa la conosco".
e questa, una pallida e morbida ragazza che si siede accanto al nostro tavolo, non si scompone e dice: "forse mi hai visto in tv in una fiction di poco tempo fa. magari è un po' difficile riconoscermi senza cofana in testa".
le fedi prendono questo come un chiaro incoraggiamento del destino: devono scrivere la loro serie televisiva. ma la realtà è un'altra.
poco dopo infatti compare in scena carlo, il boss, che dopo averci servito un'altra birra ci chiede romanescamente di smammare visto che non stiamo consumando e c'è una discreta fila di persone in attesa. fede 1 fa notare che stiamo consumando la birra, e carlo, il boss comincia il suo spettacolino: "aho, io v'ho portato la bira, ma che ne sapevo che invece de bélla ve mettevate a sorseggia'. qua non è che potemo fa' una magna e l'artra no, e poi la bira. qua se viene e se consuma o ve n'annate. lo sa tutta roma!"
e poi scompare mettendoci secoli a portare il conto e inducendo le fedi nella forte tentazione di annassene sul serio e senza pagare il conto.
il conto lo porta infine carletto, il direttore, che affabile, gentile e sorridente ci dice di avere pazienza e che spera di rivederci presto nel suo locale. le fedi si allontanano, con quel piacevole stato d'animo tra l'incazzato e il divertito che solo le persone che stanno bene in compagnia l'una dell'altra possono avere quando capitano disavventure simili. con la bottiglia di birra in mano, dirette verso uno dei luoghi a quanto pare più magici della capitale: un cesso nei pressi del pantheon.
stamattina cerco il sito della pizzeria la montecarlo. una pagina presenta lo staff come se fossero personaggi e interpreti di una fiction, con tanto di nome, ruolo, e caratteristiche principali: carlo, il boss, nel ruolo di simpatico rompicoglioni che non le manda a dire, carletto, il direttore, nella parte del buono che mette una pezza all'irruenza del boss. e così via tutta una serie di altri protagonisti e comparse, ognuno col suo ruolo ben delineato.
roma è una fiction continua. lo sanno tutti. tutti tranne le due ignare fedi, che senza rendersene conto recitavano a soggetto e a imbeccata nel set più grande che si possa immaginare. lo sa tutta roma.
2 commenti:
Non si sarebbe potuta raccontare meglio la nostra surreale serata! Evviva il Montecarlo Show!
io voglio il ruolo della bella e vuota. meglio se bionda. quella che sa solo sbattere gli occhi, piangere e dire sempre sì.
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